Road to Mont Blanc: l’importanza dell’esercizio fisico per superare stanchezza e paura, intervista di Max Canonica
Giugno 30, 2019Campagna di sensibilizzazione sul tumore al pancreas “Road to Mont Blanc”: cosa migliorare nel percorso di cura, intervista di Max Canonica
Luglio 18, 2019Ricevere una diagnosi di tumore puo’ causare ansia e depressione a causa delle sfide e delle incertezza che questa diagnosi comporta. La depressione e’ stata spesso riportata dai pazienti prima della diagnosi e questo ha spinto i ricercatori a considerare questo come un possibile segnale precoce. La depressione prima della diagnosi e’ particolarmente nota nel cancro del pancreas. Una revisione della letteratura scientifica dimostra che la depressione e l’ansia possono essere potenziali precursori di una diagnosi di cancro al pancreas e possono rappresentare un segnale d’allarme. E’ stato riportato che tra il 33% e il 45% dei pazienti con cancro al pancreas ha mostrato sintomi psichiatrici prima dei sintomi medici relative alla malattia. Infatti, molti dei sintomi attribuiti alla depression, come perdita di appetito, perdita di peso e affaticamento, possono anche essere i primi segni di cancro al pancreas.
Per saperne di piu’:
https://journals.lww.com/pancreasjournal/Fulltext/2018/04000/Early_Detection_of_Pancreatic_Cancer__The_Role_of.1.aspx
https://www.pancan.org/stories/life-after-loss/it-starts-with-someone-barbara-kenner-phd/
Ansia e depressione accompagnano molto spesso anche la fase post diagnosi di tumore. Il supporto psicologico in pazienti affetti da tumore e’ essenziale per affrontare la malattia e deve rappresentare parte integrante del percorso di cura. E’ essenziale avere un supporto psicologico per affrontare le terapie con determinazione. Abbiamo chiesto a Max Canonica, promotore del progetto di sensibilizzazione sul tumore al pancreas “Road To Mont Blanc” di condividere la sua esperienza parlandoci di come ha affrontato prima la diagnosi di tumore al pancreas e come successivamente ha trovato la determinazione nell’andare avanti.
“Ho avuto un primo servizio di consulenza psicologica in ospedale nel periodo immediatamente successivo al ricovero. Ero disorientato, confuso e poco reattivo, ma non ho percepito effetti particolarmente significativi. Il messaggio dei colloqui, se vogliamo ricercarne uno, era quello di affrontare una cosa per volta “a piccoli passi, uno per volta”. Successivamente ho scoperto che medici e conoscenti, in difficolta’ nell’affrontare il tema della malattia con me mi avrebbero riproposto ossessivamente quella frase e quel concetto.
Ho dunque affrontato le paure dell’ignoto rappresentate dalla chemioterapia da solo. E’ stato un errore: un’amica psicoterapeuta mi ha teso la mano e mi ha abbracciato. Con semplicita’ e passione è iniziata un’avventura tutt’ora brillantemente in corso: ho trovato affinita’, stimoli, sostegno.
Le sedute sono viaggi nell’oceano delle emozioni, prese di coscienza, ricordi e progetti. Con la psicologa abbiamo affrontato il tema della malattia nelle sue diverse sfaccettature, insieme abbiamo esteso i territori della nostra esplorazione alla famiglia ai genitori ed ai figli. Ho fatto i conti con alcuni disagi interiori ed ho iniziato a comprendere che la crisi rappresentata dalla malattia è diventata occasione per rimettersi in gioco e migliorare.
Il suo studio rappresenta ormai una tana confortevole ed i suoi sorrisi, il suo tangibile entusiastico coinvolgimento,il suo caldo incoraggiamento mi ricaricano come un’auto elettrica alla colonnina. La strada che percorriamo dopo una diagnosi di malattia tumorale è fatta di visite, referti cartelle controlli prelievi e grandi caverne, cilindri tecnologici in cui infilarsi per effettuare TAC risonanze, PET. Occorre affinare le proprie risorse psicologiche per non soccombere. Ho compreso gli insegnamenti della mia psicologa del cuore ed ora tra i miei strumenti reattivi possiedo un fluido verde, elisir di guarigione e protezione che mi pervade quando ho bisogno.
Entra in me in un punto preciso sulla nuca e rapidamente si diffonde nei miei vasi sanguigni, irrora i miei organi addominali e raggiunge i miei arti inferiori:benefico. Poi i raggi di un sole amico caldo e brillante mi scaldano ed un mantello dorato morbido mi avvolge ed io viaggio lontano per un tempo infinito tra l’azzurro del cielo e del mare, camminando sulla sabbia corallina compatta tiepida e bianchissima, solido e perfettamente sano”.
Incoraggiamo quindi tutti i pazienti ed i loro familiari a consultare uno psicologo messo a disposizione dalle strutture oncologiche ospedaliere oppure privatamente, per poter affrontare le varie fasi della malattia con un appropriato sostegno psicologico.