Fondazione Valsecchi promuove “PRECODE” per la ricerca scientifica degli ORGANOIDI isolati da pancreas
Dicembre 11, 2019iCyst, un’app per migliora la pratica clinica delle cisti pancreatiche: Intervista al Dott. Giovanni Marchegiani
Gennaio 8, 2020Non vi è dubbio che l’intero campo della ricerca sul cancro del pancreas sta andando avanti. E il 2019 non ha fatto eccezione. La speranza di tutti è che la ricerca venga poi velocemente tradotta in migliori terapie per i pazienti e si spera che il cancro del pancreas sarà trattato con successo come molte altre forme di cancro. Qui di seguito riportiamo i progressi che la scienza ha fatto nel 2019 per il tumore al pancreas:
1) Gli inibitori PARP vengono approvati per pazienti portatori della mutazione BRCA. All’incontro annuale ASCO 2019 tenutosi all’inizio di quest’anno, i ricercatori coinvolti nella sperimentazione randomizzata di fase III POLO hanno mostrato che la terapia di mantenimento con l’inibitore della polimerasi PARP OLAPARIB ha ritardato significativamente la progressione del carcinoma del pancreas metastatico in pazienti con mutazioni nel gene BRCA germinale rispetto a un placebo. Entro la fine del 2019, l’FDA (Food and Drug Administration) Americana ha approvato l’utilizzo di Olaparib ed in Italia e’ ormai attivo l’utilizzo compassionevole del farmaco. Il PARP è un enzima che svolge un ruolo significativo nella riparazione del DNA. Bloccando questo enzima con un farmaco inibitore del PARP, il DNA all’interno delle cellule cancerose ha meno probabilità di essere riparato, portando alla morte cellulare e forse a un rallentamento della crescita tumorale. I tumori possono anche avere una maggiore sensibilità alla chemioterapia. Questo tipo di trattamento è chiamato terapia mirata, perché attacca solo le cellule tumorali e non le cellule normali. Dopo un anno, il 33,7 per cento dei pazienti trattati con olaparib non ha mostrato segni di progressione della malattia, rispetto al 14,5 per cento di quelli trattati con placebo. Dopo due anni, il 22,1% dei pazienti trattati con olaparib non ha avuto progressione della malattia rispetto al 9,6% di quelli trattati con placebo. Per informazioni inerenti all’utilizzo di questo farmaco consultate il proprio oncologo.
2) Apre lo studio “GENERATE” per identificate soggetti a rischio di sviluppare tumore al pancreas. Nel 2019, un nuovo studio chiamato GENERATE è giunto a compimento e i genetisti sono comprensibilmente entusiasti (http://generatestudy.org/). GENERATE prevede di “intercettare” il cancro attraverso educazione genetica, valutazione del rischio e testing. L’obiettivo finale dello studio è migliorare i test genetici e la prevenzione del cancro nei familiari di pazienti con carcinoma del pancreas con mutazioni ereditarie. Lo studio multi-sito valutera’ anche come diversi metodi di educazione genetica aumentano il tasso di test genetici in queste famiglie.
3) L’intelligenza artificiale puo’ aiutare a diagnosticare il tumore al pancreas. Ricercatori della Johns Hopkins University di Baltimora hanno pubblicato risultati promettenti dimostrando che i computer possono essere addestrati per rilevare i tumori del pancreas nelle scansioni d’immagini della TAC anche quando il tumore e’ molto piccolo. Il carcinoma del pancreas infatti non viene spesso riconosciuto anche dai radiologi esperti che leggono le scansioni TAC. La ricerca si concentra sull’intelligenza artificiale, con l’obiettivo di allenare il computer (“machine learning”) a rilevare il cancro del pancreas al primo stadio, quando il tumore e’ piccolo e facile da trattare. Questo campo di studio, chiamato radiomica, mira a estrarre molte caratteristiche quantitative dalle immagini mediche usando algoritmi di caratterizzazione dei dati, con l’obiettivo di identificare le caratteristiche della malattia che non sono visibili ad occhio nudo.
L’intelligenza artificiale e’ servita anche in un nuovo test chiamato CompCyst, che sta mostrando risultati promettenti. CompCyst, sviluppato dai ricercatori del Johns Hopkins Cancer Center, potrebbe potenzialmente cambiare il modo in cui i
medici gestiscono i pazienti con cisti pancreatiche. Le cisti pancreatiche sono molto comuni e il numero incredibile di persone a cui viene diagnosticata è in crescita, a causa dell’aumento del numero di persone sottoposte a imaging addominale per una varietà di problemi. Le cisti pancreatiche vengono quindi trovate per caso. Sebbene la maggior parte delle cisti non progredisca verso il cancro, alcune cisti che producono mucina possono diventare maligne. E’ quindi necessario monitorarle nel tempo. Secondo i risultati dello studio, CompCyst ha avuto più successo di altri approcci nel differenziare i pazienti che potrebbero o meno beneficiare di un intervento chirurgico o richiedere un ulteriore monitoraggio. I ricercatori sperano di lanciare uno studio prospettico su circa 1.000 pazienti nel 2020.
4) Pubblicate le prime linee guida per la radioterapia del tumore al pancreas. Nel 2019, nuove linee guida dell’American Society for Radiation Oncology (ASTRO), hanno fornito raccomandazioni sull’uso della radioterapia per il trattamento dei pazienti con carcinoma del pancreas. Con le nuove terapie e l’emergere della radioterapia stereotassica (SBRT), il trattamento del cancro del pancreas ha subito cambiamenti. Le linee guida includono raccomandazioni su quando i trattamenti con radiazioni sono appropriati. Nelle line guida sono stati inclusi anche dosaggi, tempistica e frazionamento ottimali per questi trattamenti, nonché come mitigare gli effetti collaterali. Per saperne di piu’: https://www.practicalradonc.org/article/S1879-8500(19)30187-0/fulltext.
5) Pubblicate le prime linee guida al mondo sulla chirurgia mininvasiva del pancreas. Negli ultimi anni c’è stato grande interesse per l’approccio laparoscopico e si è affermata la necessità di estenderlo sempre di più nella pratica clinica. Le Linee Guida internazionali confermano che nel corpo e nella coda del pancreas la tecnica mininvasiva dà risultati migliori rispetto all’approccio tradizionale a campo aperto. A redigerle, il Professore Mohammad Abu Hilal, Co-Chairman di queste Linee Guida, dallo scorso ottobre Direttore Scientifico del Dipartimento Chirurgico e Responsabile dell’Unità Epatobiliopancreatica di Fondazione Poliambulanza. “L’intervento al pancreas è molto complesso – chiarisce Abu Hilal -. Dura solitamente dalle 5 alle 7 ore. La chirurgia tradizionale ha un impatto rilevante sul paziente e i rischi post-operatori sono elevati. Dal mio punto di vista, l’approccio mininvasivo dovrebbe essere adottato in tutte le patologie che necessitano una resezione della parte sinistra del pancreas (corpo/coda). Anche sulla testa della ghiandola si può intervenire con la tecnica laparoscopica. Risulta di più difficile esecuzione, ma se fatta da esperti, apporta minori traumi alle pareti addominali e permette tempi di ricupero più rapidi, con minore danno alle riserve fisiologiche del paziente ed al suo sistema immunitario. In più, un ricovero precoce consente di intraprendere al più presto la terapia medica sistemica e di ottenere importanti benefici”. è stato anche l’ispiratore del primo studio randomizzato al mondo per comparare l’approccio laparoscopico e quello in open nel trattamento delle lesioni maligne del pancreas. I risultati della ricerca consentiranno di ottenere indicazioni più precise sulla chirurgia mininvasiva, ma per avere dati ancora più solidi le Linee Guida raccomandano la creazione di registri nazionali e internazionali in cui includere tutti i pazienti trattati. Per saperne di piu’: https://www.poliambulanza.it/personale_medico/abu-hilal-moh-d, https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/31567509
Fonte: https://letswinpc.org/promising-science/2019/12/23/looking-back-2019-research/