Riflessioni sul World Pancreatic Cancer Coalition meeting 2019, Florida

Maggio 23, 2019

La Fondazione Nadia Valsecchi ha partecipato per il secondo anno consecutivo al meeting annuale della WORLD PANCREATIC CANCER COALITION , coalizione internazionale alla quale appartengono piu’ di 81 organizzazioni provenienti da 33 paesi nel mondo. Al meeting, tenutosi a Coral Gables, Florida, hanno partecipato 50 associazioni rappresentanti 21 paesi. Le parole chiave di questo incontro sono state partecipazione e condivisione.
Ecco di seguito le nostre riflessioni:

A che punto siamo con le ricerche?
La Dott.ssa Talia Golan (a sinistra), medico presso il Chaim Sheba Medical Centre in Israele e la Dott.ssa Diane Simeone (a destra), chirurgo presso il Pancreas Center della New York University, hanno discusso i progressi delle ricerche di base e cliniche. In particolare sono stati sottolineati questi aspetti: l’importanza della ricerca clinica, dell’analisi genetica del DNA ereditario e somatico, della diagnosi precoce e dell’analisi dei cosidetti “Big Data”, ossia la grande quantita’ di dati disponibili, che possono aiutare ad individuare nuovi fattori di rischio in individui sani. Abbiamo percepito tanta positivita’ a tanta fiducia nella tecnologia che avanza ogni giorno e che va di pari passo con la medicina. E’ stato sottolineato quanto sia necessario per gli scienziati collaborare a livello globale per accellerare le scoperte sia di nuove strategie terapeutiche che per l’identificazione di nuovi marcatori.

Come creare consapevolezza sulla malattia durante il World Pancreatic Cancer Day #WPCD?
La Fondazione Nadia Valsecchi, in particolare Federica Valsecchi, e’ membro della commissione che si occupa di sviluppare la campagna di sensibilizzazione sul tumore al pancreas per la giornata mondiale in programma per il 21 Novembre 2019, WORLD PANCREATIC CANCER DAY . Grazie all’aiuto di un’agenzia di marketing, abbiamo sviluppato il nuovo materiale grafico per creare consapevolezza sui sintomi del tumore al pancreas. Una diagnosi precoce della malattia e’ fondamentale per intervenire tempestivamente. Per questo motivo riconoscere i sintomi, che sono spesso confusi con sintomi di altre patologie, e’ fondamentale. La campagna verra’ diffusa in Novembre e tradotta in diverse lingue, in modo che tutti i membri della coalizione la possano utilizzare attraverso social media e siti web.
Qui alcuni membri della commissione presenti al meeting: da sinistra Kate Elliott, Craig’s Cause Pancreatic Cancer Society (Canada), Kerry McKean Kelly, Kelly’s Heroes (USA), Lu Constable, Pancreatic Cancer Action (Inghilterra), Federica Valsecchi, Fondazione Nadia Valsecchi (Italia), Jessica Abelsohn, #PurpleOurWorld (Australia).

Cosa possiamo imparare gli uni dagli altri?
Abbiamo avuto l’opportunita’ di conoscere nuovi progetti che potrebbero essere realizzati anche in Italia, e da qui sono nate tante collaborazioni e discussioni, oltre che scambio di materiale. 1) Siamo rimasti molto colpiti dalla campagna di sensibilizzazione promossa da Pancreatic Cancer Action in Inghilterra, dove hanno distribuito materiale informativo sui sintomi e fattori di rischio del tumore al pancreas a medici di famiglia e farmacie. 2) Significativo il contributo di #purpleourworld, organizzazione Australiana il cui fine e’ creare consapevolezza sulla malattia senza dover investire fondi e cercando di coinvolgere aziende a partecipare nei progetti di sensibilizzazione a costo zero. 3) Per quanto riguarda il supporto tempestivo ai pazienti, abbiamo interagito con l’organizzazione Americana Pancan, che offre supporto per pazienti e caregivers sia per telefono che via email, aiutando a identificare le migliore cure e centri di eccellenza per pazienti affetti da tumore al pancreas. 4) Infine abbiamo interagito attivamente con le organizzazioni europee presenti al meeting. Ci siamo resi conto che le opportunita’ offerte ai pazienti negli Stati Uniti non corrispondono alla situazione Europea. Per questo motivo stiamo cercando di creare piu’ interazioni a livello europeo per sviluppare nuove strategie. In particolare l’accesso alle sperimentazioni cliniche e ai test genetici rimangono limitate o inesistenti in tanti paesi europei rispetto agli Stati Uniti.
Solo lavorando insieme, attraverso partecipazione e condivisione, si potranno ottenere grandi risultati per il bene dei pazienti.